Michele Marzulli, Ricercatore in Sociologia e metodologia della ricerca sociale, UNIVE
Elena Macchioni, Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, UNIBO
Marco Trabucchi, Università Tor Vergata di Roma, specialista in psichiatria e fondatore gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia
Fabio Bonetta, Referente associazione Culturale RINATA
La pandemia di Covid-19 ha evidenziato ulteriormente le criticità e le debolezze strutturali del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tra queste, una particolare rilevanza per la natura sindemica della malattia ha assunto la difficoltà del sistema di cure primarie e dei servizi territoriali a svolgere la loro fondamentale funzione di prevenzione, di cura e di contenimento della diffusione del contagio, indispensabile anche per non sovraccaricare il sistema ospedaliero e di emergenza-urgenza. Appare dunque quanto mai necessario e urgente ripensare il sistema delle cure primarie e dei servizi territoriali secondo una nuova prospettiva che, rovesciando il tradizionale ospedalcentrismo. Da questo punto di vista, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un’occasione fondamentale e probabilmente unica per l’entità delle risorse a disposizione al fine di perseguire concretamente tale obiettivo. Tuttavia, pur individuando nelle reti di prossimità il riferimento fondamentale per una riorganizzazione del sistema delle cure primarie e dei servizi territoriali, non se ne assumono le logiche conseguenze in termini di ricalibratura del SSN a livello territoriale quale necessario orizzonte strategico. Pur parlando infatti di “presa in carico della persona”, gran parte dell’attenzione e delle risorse “è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche”, come esplicitamente affermato. Serve invece un cambio di paradigma, senza il quale anche le migliori intenzioni si ridurrebbero a una razionalizzazione delle risorse disponibili. In questa direzione, la “sanità di prossimità”, basata su di un approccio proattivo al paziente per la prevenzione e promozione della salute con particolare riguardo alla presa in carico delle persone più fragili, costituisce un salto di qualità nella direzione di un riorientamento delle cure che possono essere erogate direttamente presso il domicilio o in strutture di prossimità. Il modello di “salute di prossimità” che proponiamo si fonda su tale rovesciamento di logica che, a partire dalla centralità della persona e del suo domicilio, si articola in quattro livelli di reti tra loro interconnessi che, partendo dalle reti domiciliari e passando dalle reti territoriali di cure primarie e semiresidenziali, arrivano alle reti residenziali intermedie. Abbiamo redatto un Manifesto rappresenta il risultato di un percorso metodologico collettivo, durato 12 mesi, elaborato dal Gruppo Welfare Responsabile Salute e realizzato da un gruppo di lavoro composto da Rosalia Lombardi, Linda Lombi, Elena Macchioni, Michele Marzulli e coordinato da Guido Giarelli. La metodologia adottata è stata quella del Delphi quale consensus method che ha coinvolto 10 esperti nazionali. Il Manifesto è il risultato della sintesi delle loro risposte.
Scaletta:
– Elena Macchioni e Michele Marzulli: Introduzione e presentazione del Manifesto per una salute di prossimità. Una ricalibratura dell’assistenza territoriale del Servizio Sanitario Nazionale a partire dalla centralità della persona
– Prof. Marco Trabucchi e Dott. Fabio Bonetti: Interventi a commento del Manifesto
– Interventi dal pubblico
– Elena Macchioni e Michele Marzulli: Conclusioni e saluti
Data | Sala | Ora |
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23 Novembre 2022 | GLORIA 3 | 14.30 - 16.30 |