Rita Pezzati, Professoressa al Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI, Psicologa e psicoterapeuta
Valentina Molteni, psicologa psicoterapeuta SITCC, membro fondatore cooperativa GINCO (Gruppo Invecchiamento Consapevole) e coordinatrice Gruppo Doll Canton Ticino (CH)
I benefici rilevati dall’utilizzo della terapia della bambola emptica (TBE) sono riconducibili a uno degli aspetti centrali preconizzati in tutte le Terapie non farmacologiche (TNF), il riconoscimento e la valorizzazione dell’esistenza di una variabilità di caratteristiche individuali e di esperienze di vita che influenzano la risposta alla malattia e il suo decorso (Kitwood, 1997; Miesen, 2010). Questo riconoscimento dell’unicità identitaria di ogni persona, permette di costruire un incontro intersoggettivo nell’”hic et nunc” della relazione che necessita di due co-costruttori, e, nel caso della Malattia di Alzheimer o altre forme di demenza, con una grande attenzione da parte di chi cura al cogliere la “presenza presente” della persona affetta d dmenza (Pad), che spesso dura il breve tempo di un momento, ma che dona spazi di comprensione e benessere emotivo importante per tutti e due gli attori in campo. Come suggeriscono Julian e Duran (2020), essa favorisce il mantenimento della personalità, poiché chi si avvale della TBE è portato a considerare, supportare, riconoscere gli aspetti identitari di ogni individuo, migliorando così le capacità relazionali ed empatiche e favorendo così un approccio olistico, personalizzato e che tiene conto dell’esperienza della persona affetta da demenza, “Doll Therapy can play a vital role in the connectedness between patients, families, and the care team” (p. 42).
A partire da una ricerca sul campo in 26 RSA sull’efficacia della TBE, con oltre 600 operatori coinvolti, si mostreranno i passi necessari per coinvolgere tutta l’équipe e mantenere nel tempo l’attenzione centrata sull’evoluzione della persona affetta da demenza nel suo contesto ambientale ed affettivo. Verranno indicati tempi e modalità di lavoro per mostrare, oltre ai risultati di diminuzione dei BPSD e del distress del personale, come questo strumento di lavoro diventi modalità di conoscenza e condivisione degli operatori con le persone residenti affette da demenza avanzata, degli operatori tra di loro e con i famigliari, favorendo così uno spostamento da una focalizzazione sul concetto di autonomia a quello del senso della vita, affinché la persona possa diventare sempre più se stessa nell’essenzialità e rendere così incontrabile la sua identità, come una filigrana che si coglie nelle attività relazionali.
Data | Sala | Ora |
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24 Novembre 2021 | NETTUNO | 14.30 - 17.00 |