Gianluigi Perati, Medico geriatra e direttore sanitario di Fondazione Vismara
Fabrizio Giunco, Direttore Dipartimento Cronicità, IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi
Maria Grazia Ventura, Fondazione Vismara di San Bassano
Giorgio Pavan, Direttore generale ISRAA Treviso
Luca Degani, Presidente Uneba Lombardia
Marco Trabucchi, Geriatra, Presidente AIP
Antonella Rita Vaccina, Medico geriatra
Abstract:
In Italia, nonostante i dati confermino l’incremento delle persone anziane non autosufficienti e la progressiva impossibilità da parte delle famiglie di prendersene cura a domicilio, il sistema dei servizi residenziali continua a vivere un lungo periodo di criticità a causa della cronica carenza di risorse (economiche e di personale) e, soprattutto, della mancanza di un quadro normativo nazionale sulla non autosufficienza in RSA, fondamentale non solo per restituire la dovuta autorevolezza a queste strutture ma anche per garantire un elevato e omogeneo standard qualitativo di assistenza e cura. La presenza di sigle, organizzazioni e standard di assistenza molto diversi, genera confusione, compromette l’erogazione di un servizio di qualità e, quindi, penalizza la persona anziana, la famiglia e gli operatori stessi.
Le RSA sono strutture con specifiche professionalità, differenti e non replicabili in ambito ospedaliero. Un loro adeguato riconoscimento favorirebbe anche il decongestionamento degli ospedali, a cui spesso ci si rivolge per risolvere problematiche che andrebbero gestite da un servizio territoriale residenziale.
La cultura scientifica delle RSA deve basarsi sulla geriatria e gerontologia, che devono fornire le linee guida anche per la cura olistica delle persone poiché, parlando di “persona anziana”, si consideri la vecchiaia non solo nel suo decadimento fisico ma si guardi anche ai desideri, al benessere psicologico, spirituale e relazionale che va garantito a prescindere dall’età e dalla condizione fisica stessa.
Un adeguato riconoscimento dell’importanza delle RSA nel panorama dell’assistenza e della cura sarebbe anche fondamentale per migliorare le condizioni lavorative degli operatori che, non venendo più considerati come professionisti di livello inferiore, si sentirebbero certamente maggiormente valorizzati.
Da tale premessa risultano necessarie:
• La definizione di un quadro normativo nazionale che definisca gli standard strutturali, gestionali e qualitativi dei servizi erogati dalle RSA;
• La definizione di percorsi formativi professionali specifici per i professionisti delle RSA.
Le domande a cui i relatori dovranno rispondere sono:
a) Chiunque può lavorare in RSA?
b) Per chi lavora in RSA cosa significa saper curare in modo olistico?
c) Per chi lavora in RSA: QUALI SONO LE LOGICHE CHE GUIDANO LA CURA?
Per un Direttore Generale?
Per un Direttore Sanitario e per un medico?
Per un medico che effettua consulenze specialistiche?
Per uno psicologo?
Per un infermiere?
Per un Fisioterapista?
Per un Terapista Occupazionale?
Per un educatore?
Per un arte-terapista?
Per un OSS?
d) Quali percorsi concreti e realizzabili si possono attuare da subito per consentire che tutto il sapere geriatrico che da anni è cresciuto nelle RSA possa essere messo a frutto anche a favore del territorio?
Programma:
Coordinatore: Dr. Gianluigi Perati
Intervengono:
1) Prof. Marco Trabucchi: Le peculiarità professionali di tutti gli operatori delle RSA
2) Dr. Fabrizio Giunco: La Direzione Sanitaria di RSA, in Italia e nel mondo
3) Dr.ssa Maria Grazia Ventura: La Direzione Generale di RSA: quale ruolo dovrà sviluppare?
4) Prof. Andrea Fabbo: I rapporti tra le università, le associazioni geriatriche, le aziende sanitarie e le RSA
5) Dr. Giorgio Pavan: Come costruire il futuro delle RSA in Italia
6) Dr. Luca Degani: il CdA di una RSA: quali evoluzioni dovrebbe presentare?
Data | Sala | Ora |
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29 Novembre 2023 | FALCO | 14.00-16.00 |